Caratteristiche principali

La serie “Beat the Beast” di casa Thunderkick sembra aver tracciato un percorso abbastanza definito, quasi un marchio di fabbrica.
Quarto capitolo di una serie con protagoniste le bestie mitologiche, “Beat the Beast: Quetzacoalt’s Trial” conferma quanto già visto nelle slot Thunderkick che l’hanno preceduta.
Troviamo ambientazioni carine, ma poco sviluppate e curate il minimo indispensabile, un design minimalista e una fase di gameplay molto semplice con pochissime funzionalità extra.
Tutto molto lineare e contenuto in argini ben delimitati.
La formula proposta è quella classica, interfaccia 5×3 con le consuete nove linee di pagamento selezionabili, molto intuitivo e senza troppi fronzoli.
La puntata minima è di 0,10 cent, la massima di 100 Euro, un singolo simbolo che funge da Wild e Scatter consente al giocatore di accedere all’unica modalità Bonus/Free Spin presenta nella slot.
Completano l’opera RTP del 96% e volatilità alta.

Tema, design e grafica

Dopo aver esplorato gli abissi norreni, l’Egitto e l’Antica Grecia, Thunderkick ci porta all’ombra del templi Maya, dove sacre divinità hanno dato origine al mondo secondo miti pittoreschi e stravaganti.
A non essere particolarmente pittoresca, però, è la grafica di gioco. Con un tema così “colorato” come quello Maya, Thunderkick avrebbe potuto concentrare uno sforzo maggiore in fase di realizzazione, così da partorire un prodotto più gradevole alla vista e più curato da un punto di vista estetico.
Comunque sia, abbiamo imparato che la saga “Beat the Beast” non ha particolarmente a cuore lo sviluppo grafico delle proprie slot, che rimangono su una scia minimalista e poco approfondita, probabilmente in virtù di un’utenza più tradizionalista e conservatrice.
Il protagonista della slot, la bestia da sconfiggere, è Quetzacoalt, divinità tipica dell’America Latina, spesso raffigurata come un serpente piumato e, in antichità, osannata da Maya e Atzechi.
Il lavoro grafico e sonoro è gradevole, ma niente di più. Niente da ridire sulle musiche, piacevole sottofondo alle partite.

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La serie “Beat the Beast” di Thunderkick

Se siete giocatori legati alla tradizione delle slot vecchio stampo e non vedete di buon occhio fasi Bonus troppo intricate o ricche di minigiochi interattivi, la serie “Beat the Beast” di Thunderkick fa decisamente al caso vostro. In ogni sua slot, Thundekick ha ribadito l’essenzialità e la semplicità che vengono impresse come marchio di fabbrica in fase di sviluppo, così da accontentare il pubblico meno sofisticato. Al momento, la serie “Beat the Beast” è composta da cinque slot.

• “Beat the Beast: Kraken’s Lair”
• “Beat the Beast: Mighty Sphinx”
• “Beat the Beast: Cerberus’ Inferno”
• “Beat the Beast: Quetzacoalt’s Trial”
• “Beat the Beast: Griffin’s Gold”

Come giocare

La serie “Beat the Beast” continua a distinguersi per immediatezza e semplicità, ma ci teniamo comunque ad affiancare i nostri lettori e giocatori con qualche piccola dritta.

1. Consultate la tabella dei simboli per conoscerne il reale valore
2. Ricordatevi di impostare la puntata per spin nell’intervallo compreso tra 0,10 cent e 100 Euro
3. Il simbolo Wild/Scatter a comparsa casuale regolamenta l’unica modalità Free Spin presente nella slot
4. Il tasto Autoplay è a vostra disposizione in qualsiasi momento della partita

Vinci su Beat the Beast Quetzalcoatls Trial: Tabella dei pagamenti e linee di pagamento

Suggerimento: prova il nostro selettore di puntata nella tabella dei pagamenti per vedere quanto paga ogni simbolo con la vostra puntata preferita!

Simboli, Bonus e Free Spin

Dopo aver combattuto col Kraken, con la Sfinge e con Cerbero, il giocatore, questa volta, dovrà vedersela con Quetzacoalt, una divinita Sudamericana presente nell’iconografia Messicana da secoli.
Il serpente piumato è il protagonista della slot, nonché l’avversario da sconfiggere per mettere le mani sui ricchi premi a disposizione.
Il serpente è la figura più ricorrente nei simboli di gioco, accompagnato da piume variopinte, una corona e una scure.
La divinità, ovviamente, incarna anche il simbolo più ambito di tutta la slot, ovvero il Wild/Scatter, che in “Beat the Beast: Quetzacoalt’s Trial” è unificato.
Oltre a fungere da Jolly per completare le combinazioni “scoperte”, il Wild/Scatter può innescare la funzione Bonus della slot, una stratificazione su cinque livelli del sistema Free Spin.
Piccola novità rispetto alle slot precedenti della serie: è presente un indicatore che viene riempito durante le fasi di Free Spin, così da aumentare il valore anche dei simboli più bassi e modesti, come Bonus ulteriore.
L’indicatore, oltre ad aumentare il valore di alcuni simboli come già visto, aggiunge di volta in volta altri Free Spin al bottino già conquistato e può aumentare i moltiplicatori di gioco.
Un piccolo miglioramento rispetto alle fasi Free Spin estremamente scarne viste nei precedenti capitoli della serie “Beat the Beast”.

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RTP e Volatilità della

Il dato RTP di “Beat the Beast: Quetzacoalt’s Trial” è del 96%, piuttosto soddisfacente.

“Beat the Beast: Quetzacoalt’s Trial” rientra in fascia alta per quanto riguarda la volatilità.

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Il parere di DailySpin

Partiamo dalle note positive: ci sono stati notevoli e apprezzati passi avanti sulle funzionalità Bonus e Free Spin che ora, pur rimanendo comunque molto semplici, risultano essere leggermente più ricche rispetto a quelle viste nelle slot precedenti della serie.
Pur prendendo atto del passo avanti fatto, ci troviamo ancora una volta a dire che la serie “Beat the Beast” è destinata a un pubblico senza troppe pretese, possibilmente senza alcuna esperienza in ambito slot.
Le grafiche un po’ pressappochiste, il design minimale e un’identità del gioco molto puerile lasceranno un velo d’amaro in bocca ai giocatori più navigati che, di solito, sono alla ricerca di un’esperienza stratificata e appagante, quasi più simile a quella di un videogioco.
Le funzionalità in fase di gameplay sono di un’immediatezza disarmante, al punto che praticamente chiunque potrebbe giocare una partita senza avere la minima infarinatura.
Questo può essere letto come pregio o come difetto a seconda dei punti di vista e delle esigenze.
Un lavoro discreto, senza infamia e senza lode.

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